Pubblichiamo il post di Francesca Versace, partecipante alla quarta edizione del Master.
Durante la scorsa edizione del Master (a proposito, in bocca al lupo ai nuovi iscritti!) è stato spesso messo in evidenza come lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione e, in particolare, di Internet abbia aumentato notevolmente la possibilità delle persone di essere sempre connesse tra di loro. In altre parole il web, come lo conosciamo oggi, sembra fatto apposta per creare relazioni.
Tali relazioni sono basate sulla conversazione. I mercati, come hanno messo in evidenza gli autori del Cluetrain Manifesto, sono costituiti da persone che comunicano tra loro e non da semplici segmenti demografici. Le aziende quindi, se vogliono “stare” sul mercato, devono partecipare a questa conversazione, cominciando innanzitutto ad ascoltare l’opinione dei propri potenziali clienti. In altre parole, il flusso comunicativo tra mercato e impresa non è più unidirezionale (dall’impresa al cliente) ma è diventato partecipativo.Attraverso il Web, infatti, gli utenti scambiano opinioni e contenuti, si confrontano sui prodotti, vale a dire formano la loro opinione anche sulla base delle opinioni di altri. E tutto ciò avviene molto spesso all’interno di una sfera, quella dei social networks, che è il più delle volte assolutamente pubblica.
È per questa ragione che le aziende non possono rimanere fuori da questo flusso di opinioni che circola in rete; anzi, sforzandosi di diventare un polo attivo dello scambio comunicativo, dovranno sempre di più mantenere un dialogo con il proprio mercato di riferimento.
In un contesto quindi caratterizzato da una comunicazione che parte dal basso, è necessario che le imprese utilizzino i social media come strumento di marketing ed è fondamentale che si rendano conto che ogni singolo utente che esprime la propria opinione su un prodotto, trasmettendola ai propri contatti, crea una audience di riferimento che si traduce in potenziali clienti per l’azienda.
Non è allora solo una moda del momento dire che le nostre imprese devono essere sempre più 2.0. L’Enterprise 2.0 dialoga, interagisce e condivide contenuti con i potenziali consumatori, dispone di una fanpage su Facebook, usa applicazioni informatiche e piattaforme aperte, implementa strumenti collaborativi nelle intranet aziendali, sviluppa una comunicazione partecipativa fuori e dentro l’azienda e punta su un cambiamento della cultura aziendale basata sulla apertura e condivisione delle informazioni.
Le aziende più vicine ai consumatori riescono a rispondere prima e meglio alle sempre mutevoli esigenze del consumatore e a capire in che direzione va il mercato. La conversazione con il cliente deve essere continua; tra l’altro ha un costo molto basso rispetto alla publicità tradizionale e, se ben gestita, si traduce in vantaggio competitivo a lungo termine. I social media sono la nuova frontiera del fare marketing, fidelizzano il cliente aumentando la propensione all’acquisto.
Il futuro delle aziende è Social!