Pubblichiamo il post di Paola Cocca, partecipante alla sesta edizione del Master.

Nell’ambito della “cultura convergente e partecipativa” (le parole prosumer/produser sono circolate più volte nelle aule del nostro master), mi ha particolarmente stuzzicato il fenomeno delle fanfiction. Il pubblico co-creatore che prende i contenuti delle narrazioni (libri, film, serie tv ecc.) e ne riscrive antefatti, finali alternativi, vicende parallele, diffondendo su tutte le piattaforme digitali oggi disponibili storie “apocrife” e “non autorizzate”. Creando nuovo senso e, molto spesso, una nuova opera.
Ma dal punto di vista del brand (o dell’autore del prodotto originale), la solita annosa domanda: opportunità o minaccia?
Il rapporto tra produttore e fan/autore amatoriale è più di una volta sfociato in controversie legali legate al diritto d’autore. Ho scoperto che alcuni siti di fanfiction esibiscono nel regolamento addirittura una lista degli autori che non “gradiscono” la produzione di storie intorno alle loro opere.
Ma c’è anche chi sa vedere nella formazione di comunità, fandom, fanfiction, fanart, mash-up e altre forme di immaginazione basate sul proprio prodotto il vero segreto per coinvolgere, creare una nicchia affezionata e fedele, amplificarne la risonanza e renderlo durevole nel tempo.
È il caso di Geronimo Stilton (serie cult dell’editoria per ragazzi e straordinario fenomeno di marketing/merchandising), che ha recentemente lanciato il primo sito al mondo di self-publishing e fanfiction destinato ai bambini, in cui i piccoli possono creare storie ispirate alle avventure del celebre topolino. Sicuramente un’abile operazione di marketing basata su “children generated contents, ma fornendo un servizio davvero di qualità e dall’alto valore aggiunto per l’utente (e per la sua creatività in erba).
Da non sottovalutare poi il potenziale della fanbase dei lettori di fanfiction come bacino di utenza per una nuova opera o come test dei gusti del pubblico.


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Proprio questo pare nascondersi dietro il caso editoriale di “Cinquanta sfumature di grigio” (37 milioni di copie vendute nel mondo per la trilogia). L’autrice E. L. James (inizialmente scrittrice proprio per il sito FanFiction.net) crea i tre romanzi a partire da una fanfiction di Twilight (capitalizzando la notorietà della storia vampiresca ma “riposizionandone” il contenuto per un nuovo target di lettrici – non più adolescenti ma donne adulte e… “annoiate”). La James avrebbe poi abilmente sfruttato il pubblico di lettori delle fanfiction su Twilight per mettere alla prova il gradimento sulla sua storia e trovare una “clientela” iniziale già pronta, ben disposta e, soprattutto, connessa.

Come sempre, il passaparola sul web ha fatto il resto.