Come si comunica la marca oggi, nell’epoca dei troll, delle fake news, della post-verità? Come si perseguono gli obiettivi indicati dai brief rimanendo leali nei confronti dei propri pubblici? Come possono coloro che lavorano nel marketing e nella comunicazione essere testimoni del proprio tempo, prendendo posizione, se necessario, su temi politici e sociali, sapendo che, in questo modo, non si piacerà a tutti?
Sono solo alcune delle domande a cui cercheremo di rispondere a Siena, il prossimo 14 settembre, insieme a Paolo Iabichino, Chief creative officer di Ogilvy & Mather, e a Giuseppe Mazza, fondatore e direttore creativo di Tita Agency.
Si tratta di due interlocutori preziosi per un master come il nostro.
Perché sono dei professionisti della comunicazione (definizione oltre tutto riduttiva, visto che entrambi tengono lezioni, scrivono libri, partecipano a dibattiti; sono insomma due intellettuali) che hanno riflettuto a lungo su come salvaguardare un approccio per così dire etico alla comunicazione di impresa.
Perché, per come la vediamo noi, la comunicazione non si risolve nell’applicazione di qualche modello supposto vincente (fino a poco tempo fa, se vi ricordate, il mantra nelle agenzie e negli uffici marketing sembrava essere “go viral!”, oggi invece è tutto uno storytelling), ma nell’interrogarsi costantemente sui cambiamenti del contesto – sociale, culturale, economico – in cui la comunicazione si inserisce.
Perché non bisogna stancarsi mai di ricercare un modo più consapevole, maturo e, in fin dei conti, civile di fare questo mestiere.
Vi aspettiamo!