Pubblichiamo il post di Silvia Polvani, partecipante alla sesta edizione del Master.
L’era del berlusconismo ha contribuito a modificare (e, secondo alcuni, a peggiorare) l’immagine o, per meglio dire, il senso comune della figura femminile. Si dimentica, però, che c’è un altro Paese; un Paese di donne che lavorano, producono e scommettono sul futuro.
Forse è proprio questa l’immagine che Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha cercato di trasmettere, alcuni mesi fa, con la sua partecipazione al programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”.
Tale partecipazione, preparata nei minimi dettagli come si conviene a qualsiasi intervista televisiva di influenti personaggi pubblici, è stata oggetto di critiche molto serrate. Emma Marcegaglia, infatti, sarebbe stata colpevole di aver puntato troppo sulla sua immagine, ovvero, per riprendere un tema trattato in una delle prime delle lezioni del Master, su quella che viene chiamata comunicazione non verbale.
Perché, tuttavia, stupirsi di questa attenzione alla dimensione non verbale della propria comunicazione? È stato anche grazie al ricorso ad un abbigliamento che lasciava trasparire semplicità e serenità, in un momento così delicato per l’Italia (era il periodo in cui il famoso spread cominciava a superare i livelli di guardia) che la rappresentante degli industriali italiani ha voluto puntellare le posizioni espresse a livello verbale. È stata anche la scelta di gioielli sobri o l’utilizzo di gesti moderati o, ancora, l’intensità vocalica bassa ma chiara che hanno contribuito a rafforzare gli appelli alla responsabilità lanciati al mondo politico e delle istituzioni.
È anche così che, prima ancora che con le parole, Emma Marcegaglia ci ha raccontato un Paese diverso. Un Paese che, in fondo, ci piace di più.
Silvia Polvani