Pubblichiamo il post di Elisa Accetta, partecipante all’XI edizione del Master.
Buone notizie, gente! Al giorno d’oggi, per accedere al mondo dell’Arte non serve più chiamarsi Oscar Wilde o Peggy Guggenheim: basta solo volerlo (e pagare un biglietto, si intende). Quindi, per favore, riponete nell’armadio il completo da dandy navigato o gli occhialetti da esperto alla Philippe Daverio e godetevi questo diritto, un tempo privilegio riservato a pochi.
Naturalmente, l’apertura del campo artistico ad un pubblico di massa non rappresenta, per l’Italia, solo un’occasione ghiottissima sia sul piano culturale che economico, ma pone anche sfide inedite. Una su tutte: come avvicinare le opere d’arte a potenziali utenti sempre più smaliziati, iperconnessi e con un livello di attenzione pari a quello di un pesce rosso? Questo il dilemma che deve aver tolto il sonno ai creativi dell’Ufficio Comunicazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Siete curiosi di scoprire come lo hanno risolto? Be’, allora non vi resta che dare un’occhiata alla campagna di comunicazione promossa quest’anno dal MiBACT. Una campagna che non ha certo lesinato quanto a messa a fuoco di finalità ed obiettivi: “comunicare un messaggio, informare e far conoscere, ma anche suscitare interesse, curiosità, creare occasioni di incontro e confronto.” Per raggiungere questo scopo i pubblicitari hanno spinto sul pedale delle risorse digitali, obbedendo ad una sola parola d’ordine: infotainment. Sì, perché si sa, oggi non ci si può più limitare a produrre contenuti informativi; bisogna coniugare informazione ed entertainment, stimolare continuamente l’interazione e la partecipazione dell’utente. Solo così si può sperare di farlo evadere dalla gabbia di una fruizione meramente passiva e favorirne l’engagement. Accanto alla promozione lanciata sui media tradizionali – locandine, radio-comunicati, stampa e spot televisivi – il MiBACT ha puntato, perciò, soprattutto sui canali social ‒ youtube e instagram in testa. A gennaio, ad esempio, per promuovere i musei italiani, su Youtube è apparso uno spot – realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Roma – dallo slogan decisamente incisivo: “l’arte ti somiglia, fa parte di te, è il tuo patrimonio. Visita i Musei Italiani”.
Attraverso un raffinato gioco di corrispondenze fisionomiche tra i volti di dipinti o sculture e quelli di persone in carne ed ossa, lo spot intendeva sensibilizzare gli utenti, invitandoli a scoprire la bellezza del patrimonio artistico dei nostri musei in quanto fattore identitario iscritto nel nostro stesso corredo genetico. L’iniziativa è poi rimbalzata sul profilo instagram del Ministero, @Museitaliani. Qui i visitatori sono stati chiamati ad una vera e propria caccia al tesoro digitale: fotografare le eventuali somiglianze individuate con le opere d’arte e condividerle con gli hashtag #lartetisomiglia e #gennaioalmuseo.
- a febbraio, in vista del Carnevale, @Museitaliani ha lanciato ai visitatori una nuova sfida: condividere ‒ stavolta con gli hashtag #larteinmaschera e #febbraioalmuseo – dipinti, affreschi, sculture o anche solo particolari di opere d’arte in grado di restituire intatta l’atmosfera goliardica da sempre associata alle feste in maschera;
- a marzo, dopo aver celebrato la festa della donna, i creativi del MiBACT hanno proposto agli utenti un’ideale visita zoologica tra centauri e unicorni, draghi e gorgoni, leviatani e grifoni. Insomma, un’immaginaria battuta di caccia alla scoperta dei mostri e delle creature fantastiche che popolano i regni dell’Arte, da condividere su instagram con gli hashtag #creaturefantastiche e #marzoalmuseo;
- la celebrazione della Giornata Internazionale della Danza promossa dall’International Dance Council dell’UNESCO il 29 aprile, invece, ha offerto al team del Ministro Franceschini lo spunto per la campagna social del mese in questione. L’invito rivolto agli utenti, stavolta? Condividere, tramite l’hashtag #lartechedanza, balli di corte, danze propiziatorie, saloni da ballo, danzatrici e ballerini che hanno animato le opere d’arte nel corso dei secoli;
- a maggio, in perfetta sincronia con il Salone del Libro di Torino, il MiBACT ha aderito al “Maggio dei Libri” con l’obiettivo dichiarato di promuovere e valorizzare il piacere della lettura. Come? Con la campagna “Io leggo, e tu?”, ad esempio. Una campagna multipiattaforma e trasversale ai diversi broadcaster: lo spot realizzato per l’occasione, ora disponibile anche in TV, è approdato subito sul canale youtube e sui profili social del Ministero, accanto all’altra campagna promossa, già agli inizi del mese, da @Museitaliani con l’hashtag #lartechelegge: attraverso la pubblicazione di circa trenta locandine digitali, ai visitatori è stato chiesto di scovare libri e personaggi immersi nella lettura all’interno di dipinti, arazzi, affreschi, incisioni e bassorilievi conservati nei nostri musei;
- protagonista del mese di giugno, infine, il binomio arte-moda: gli utenti sono invitati a cercare nei musei le opere alla moda e a condividerne gli scatti su instagram utilizzando #artemoda2017 e #giugnoalmuseo.
Anche voi vi state chiedendo quali saranno i temi delle campagne dei prossimi mesi? Beh, a meno che non abbiate capacità predittive, per scoprirlo non vi resta che seguire i profili social del Ministero.
Quel che però si può dire già ora, senza scomodare indovini o sfere di cristallo, è che con la campagna di comunicazione 2017 il MiBACT ha dimostrato di sapere affrontare le sfide poste dalla contemporaneità, sfruttando al meglio le risorse del web 2.0 per tagliare il traguardo più importante e insieme più difficile: avvicinare i cittadini al patrimonio culturale italiano. Sì, perché, diciamolo: chi mai esporrebbe ancora quadri, scriverebbe libri, inciderebbe album o girerebbe film se non contasse sull’esistenza di quanti poi visitano i musei, ascoltano musica, leggono e vanno al cinema? In una parola: che ne sarebbe dell’Arte senza un pubblico di potenziali fruitori?